Percorso narrativo Arte e tecnologia: un dialogo

Copertina di: Arte e tecnologia: un dialogo

Presentazione

Sulla scia del sempre più massiccio sviluppo tecnologico e l’avanzata della società dei consumi, nella seconda metà del Novecento si diffonde su vasta scala la televisione e la video registrazione, aprendo allo stesso tempo nuovi scenari di ricerca artistica. Così, tra la fine degli anni Cinquanta e primi anni Sessanta, nasce la videoarte: genere caratterizzato da un’ampia varietà di approcci estetici e stilistici, che vanno dalla registrazione di azioni e performance (la videoperformance) alla realizzazione di strutture multimediali, come ad esempio le video installazioni, la videoscultura, i videoambienti e la videopoesia.

In questi stessi decenni anche il computer diventa un mezzo del fare artistico, utilizzato, con l’avvento delle tecnologie digitali, come strumento per la manipolazione delle immagini.

Significativa, nella messa a punto di un primo excursus storico riguardante i rapporti tra arte e tecnologia, è stata la mostra statunitense curata nel 1968 da K.G. Pontus Hulten al Museum of Modern Art di New York, The machine as seen at the end of the mechanical age (La macchina vista alla fine dell'era meccanica): un’esposizione che segna il passaggio dall'epoca della macchina a quella del dominio della tecnologia. “La macchina meccanica”, scriveva con lungimiranza Pontus Hulten nel catalogo della mostra, “sta perdendo la sua posizione dominante tra gli strumenti dell'umanità; mentre i dispositivi elettronici e chimici –che imitano i processi del cervello e del sistema nervoso – stanno diventando sempre più importanti”.

Da un punto di vista teorico, il complesso legame tra arte, tecnologia e società è stato oggetto di un celebre studio da parte del critico e sociologo canadese Herbert Marshall McLuhan, il quale – seguendo un approccio metodologico semiotico – afferma che in una società la struttura mentale delle persone e la cultura sono influenzate dal tipo di tecnologia di cui la stessa società dispone. Nel suo noto volume del 1964, Gli strumenti del Comunicare, McLuhan asserisce che il vero messaggio che ogni medium trasmette è costituito dalla natura del medium stesso. Se il messaggio non è separabile dal suo mezzo di trasmissione, lo stesso contribuisce a plasmare l’immaginario collettivo indipendentemente dai contenuti dell’informazione che veicola.

 

A cura di Tiziana Serena, con la collaborazione di Caterina Caputo

In copertina: Fondazione Palazzo Strozzi, Fotografia di una sala della mostra “Bill Viola. Rinascimento elettronico”, presso la Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze, 2017. Concessione della Fondazione Palazzo Strozzi