Percorso narrativo Luoghi del contemporaneo in Toscana

Copertina di: Luoghi del contemporaneo in Toscana

Presentazione

L’arte contemporanea in Toscana si caratterizza per una tradizione caleidoscopica. Inizialmente è stata promossa dalla vivace attività di gallerie private e rassegne che si sono tenute nei centri maggiori della provincia toscana e nei luoghi periferici della sua campagna, in parte in relazione anche ai parchi d’arte ambientale, tratto distintivo del territorio. E solo in tempi abbastanza recenti ha trovato un assetto istituzionale, con la formazione di collezioni permanenti e la promozione di attività espositive connesse ad eventi culturali. A fare da apripista sono state le fondazioni aperte a inizio degli anni Ottanta, con le loro attività museali ed espositive, poi sono stati creati centri specializzati e musei. La data cerniera per l’integrazione e la valorizzazione delle attività sul contemporaneo da parte di grandi istituzioni è il 1988: a Prato inaugura il Centro d’arte contemporanea Luigi Pecci, la Fondazione Marini di Firenze apre il proprio Museo, nel capoluogo si discute della possibilità di aprire all’ex-Galileo a Rifredi un Museo di arte contemporanea, mentre due anni dopo iniziano le attività del museo di Palazzo Fabroni a Pistoia. Se negli anni Novanta prolificano nuove istituzioni pubbliche e private, espandendosi a macchia d’olio nelle diverse province toscane, spesso caratterizzate da un’attenzione per i giovani artisti, negli anni Duemila si sviluppano nuovi assetti istituzionali da una parte con la fondazione di nuovi musei e centri espositivi, dall’altra con il rinnovamento e la riqualificazione di quelli esistenti.

 

A cura di Tiziana Serena, con la collaborazione di Caterina Caputo